Una scena che mette tutto in prospettiva
Sono rimasta lì senza parole, provando sia sollievo che un po' di vergogna. Mia figlia mi ha guardato con occhi spalancati e stupiti:
"Mamma, stai bene?"
Ho mormorato: "Sì, sì, perfetto", prima di chiudere la porta, rossa come una peonia.
E nel corridoio, sono scoppiata a ridere. Prima nervosa, poi sollevata, quasi tenera.
Avevo appena capito una cosa profonda: i nostri adolescenti non sono sempre dove ci aspettiamo che siano. A volte ci sorprendono, e spesso in meglio.
Sto imparando a lasciar andare (anche quando è difficile). Quel giorno ho imparato una vera lezione sulla fiducia. Certo, mia figlia sta crescendo, scoprendo l'amicizia, l'amore e la compagnia. Ma lo sta facendo al suo ritmo, con un'innocenza e un'onestà disarmanti.
E se il nostro ruolo di genitori fosse, in definitiva, quello di accettare anche di non poter controllare tutto? Lasciare che vivano le loro esperienze rimanendo una presenza confortante, pronta ad ascoltare senza giudicare.
Da allora, busso sempre prima di entrare nella sua stanza. Non perché abbia paura di essere scoperta, ma perché voglio dimostrarle che la rispetto. E, in un certo senso, che mi fido di lei.
Crescere significa anche imparare a fidarsi.
I nostri figli spesso crescono più velocemente di quanto pensiamo. E come genitori, camminiamo su un filo sottile: tra la paura di crescere troppo in fretta e il desiderio di proteggerli costantemente.
Ma quel giorno ho imparato che la fiducia è un seme che si pianta molto presto e che cresce tanto meglio quanto più viene nutrito con gentilezza e ascolto.
Così ora, quando sento le loro risate fuori dalla porta, sorrido. Perché in fondo so che mia figlia non solo è cresciuta: sta diventando una brava persona.